domenica 24 aprile 2011

Reine de Saba

Chi fra voi non ha mai sentito parlare di Julia Child? Credo che sia una domanda piuttosto retorica, non fosse altro che per il bellissimo film Julie and Julia con l'intramontabile Meryl Streep uscito un paio di anni fa. E' da quando ho visto il film che non vedo l'ora di provare questo dolce, ed ecco che, tra la bravissima Ambra del blog Il gattoghiotto che qualche mese fa ha pubblicato la ricetta e l'arrivo di un amico per le vacanze di Pasqua che ama particolarmente il cioccolato, finalmente è giunto il momento!

Colgo l'occasione per augurare a tutti voi che mi seguite una serenissima Pasqua e Pasquetta, divertitevi!

Ingredienti:

120 g di cioccolato fondente;

2 cucchiai di rum (o caffè);

120 g di burro ammorbidito;

160 g di zucchero + 1 cucchiaio;

3 uova;

1 pizzico di sale;

80 g di mandorle tritate (nella ricetta originale si parlava di farina di mandorle, ma io non l'avevo);

1/4 di cucchiaino di essenza di mandorle;

120 g di farina;

mandorle a scaglie;

Per la glassa:

60 g di cioccolato fondente;

2 cucchiai di rum (o caffè);

5/6 cucchiai di burro.

Sciogliete a bagno maria il cioccolato con il rum (o il caffè). Montate il burro con i 160 g di zucchero fino ad ottenere una crema spumosa. Intanto dividete i tuorli dagli albumi, sbattete i tuorli ed incorporateli al burro e zucchero poco per volta continuando a montare. A parte montate le chiare con il sale e, quando saranno ben sode, cospargete con un cucchiaio di zucchero per stabilizzarle, sempre montando con le fruste. Con una spatola incorporate il cioccolato fuso al composto di burro, poi aggiungete gradualmente le mandorle tritate e l'essenza. Incorporate 1/4 delle chiare montate a neve delicatamente, mescolando dal basso verso l'alto, poi procedete alternativamente con chiare e farina fino ad esaurimento degli ingredienti. Preriscaldate il forno a 180°C e versate il composto in una teglia a cerniera di circa 20 cm di diametro, imburrata e infarinata. Cuocete per 25 minuti (inserendo uno stuzzicadenti, al centro dovrà risultare bagnato e oleoso, ai bordi invece asciutto). Fate raffreddare la torta per 10 minuti, poi trasferitela su una griglia e, mentre si raffredda, preparate la glassa. Fate fondere il cioccolato con il rum (o caffè) a bagno maria, poi togliete dal fuoco e mescolate bene finché il composto sarà liscio e omogeneo. Alzate il cioccolato dall'acqua calda e aggiungete il burro poco alla volta. Fate raffreddare e distribuite sulla superficie della torta (bordi compresi), e decorate con le mandorle a scaglie i bordi. Come suggerisce Ambra, a piacere potete spolverizzare con cacao amaro.


Bon Appetit!

martedì 19 aprile 2011

Castagnole di Ventimiglia

Quando si parla di castagnola, solitamente si intende quel dolce tipico del periodo di Carnevale, fritto e conosciuto anche come zeppola o tortello milanese. Qui a Ventimiglia, invece, nell'estremo ponente ligure, la castagnola non è altro che un particolare tipo di biscotto al cioccolato, profumato con cannella e chiodi di garofano. Io personalmente ne vado matta e la scorsa estate, grazie all'arrivo nella mia città della mia amica Silvia che ha notevolmente apprezzato il dolce, ho cercato online una ricetta che riuscisse quantomeno ad avvicinarsi all'origine. Pensavo che avrei dovuto provare numerose ricette per riuscire a riprodurre a casa la vera castagnola, invece, con mio grande stupore, non ne ho avuto bisogno: sono perfette!


Ingredienti (per circa 55-60 unità):

500 g di farina "00";

400 g di zucchero;

150 g di cacao amaro;

25 g di lievito per dolci;

5 chiodi di garofano;

1 cucchiaino di cannella in polvere;

1 bicchiere di caffè freddo;

150 ml di latte freddo;

acqua di fiori d'arancio.

Su una spianatoia fate la fontana con farina, zucchero, cacao e lievito. Al centro rovesciate il caffè freddo e il latte, con cannella e chiodi di garofano in polvere. Impastate energicamente fino a quando tutti gli ingredienti si saranno ben amalgamati tra loro: se l'impasto risulterà essere troppo morbido aggiungete farina, se sarà troppo asciutto aggiungete un poco di latte. Lasciate riposare fuori dal frigo per circa 15 minuti, poi formate con mani delle palline che dovranno essere su per giù delle dimensioni di una castagna (ecco da dove proviene il nome "castagnola"). A questo punto passate i biscotti in una ciotolina nella quale avrete versato l'acqua di fiori d'arancio (se non la trovate, potete sostituirla con il succo di un'arancia, anche se il risultato non sarà esattamente lo stesso), poi passate solamente la parte superiore nello zucchero. Posizionate su una pirofila e cuocete in forno già caldo a 175°C per 10-13 minuti (controllate comunque la cottura in base al vostro forno, le castagnole dovranno rimanere piuttosto morbide).


Con questa ricetta partecipo al profumatissimo
contest di Un pizzico di Cannella

Partecipo inoltre con la seconda ricetta al contest di Farina, lievito e fantasia.




sabato 9 aprile 2011

Sardenaira: 150 anni in tavola

EDIT: con questa ricetta partecipo al (buonissimo) contest di Le ricette di Elsina:



Cosa c'è di più "italiano" della pizza?


Cosa rappresenta meglio di qualsiasi altra pietanza in tavola il nostro Bel Paese?


E' vero che pasta, spaghetti e quant'altro si contendono il primato di "piatto più amato da noi italiani", ma per me non c'è storia: la pizza (specialmente quella autentica, la napoletana) è l'autentica, unica, invitante regina della mia tavola.


Ed ecco perché, quando ho visto il meraviglioso contest di Farina, lievito e fantasia, che si proponeva di raccogliere le ricette regionali, tipiche delle zone in cui viviamo per festeggiare i 150 anni dell'Unità d'Italia, ho pensato subito alla sardenaira, una pizza alta tipica dell'estremo ponente ligure (da Ventimiglia, la mia città, a Sanremo, fin quasi ad Imperia).


Si tratta di una pizza rossa, priva di mozzarella, ma con olive, acciughe (o sardine, da qui il nome), aglio e capperi (io non li ho aggiunti per puro gusto personale). Nell'impasto si aggiunge anche una piccola quantità di farina gialla per polenta, che permetterà alla sardenaira di essere conservata per parecchi giorni...ecco la ricetta!




Ingredienti (per 2 teglie da 24-26-28 cm di diametro):

25 g di lievito fresco:

1 cucchiaino di zucchero;

250 ml di acqua calda;

150 ml di latte caldo;

500 g di faina "00";

200 g di farina per polenta;

1 cucchiaio di sale;

6 cucchiai di olio extra;

1 cipolla;

600 ml di passata di pomodoro;

aglio q.b;

origano q.b;

acciughe q.b;

capperi (facoltativi);

pepe q.b (io abbondo).



In una terrina amalgamate il lievito fresco con lo zucchero. Aggiungete il latte caldo sbattendo bene e lasciate riposare per 10 minuti fino a quando in superficie non si sarà formata una schiuma. Setacciate farina e sale in una capiente terrina e formate al centro una fontana. Versate il composto a base di lievito e latte insieme a 4 cucchiai di olio extravergine d'oliva (in questo caso io consiglio sempre l'olio ligure, più leggero rispetto, per esempio, a quello toscano) e l'acqua calda. Mescolate prima con una forchetta, poi con le mani fino ad ottenere l'impasto. Trasferitelo su un piano leggermente infarinato, lavate ed asciugate le mani, quindi impastate rapidamente per 5-10 minuti fino a quando sarà omogeneo, liscio ed elastico. Se dovesse risultare appiccicoso, come con tutti i lievitati, infarinate le mani, non l'impasto. Riponetelo in una terrina oliata, copritelo con la pellicola o un canovaccio umido e lasciatelo lievitare in luogo riparato, lontano da correnti d'aria, fino a quando sarà raddoppiato di dimensioni - 1 ora e 1/2 circa.

Intanto preparate il sugo: scaldate l'olio d'oliva restante in una casseruola abbastanza grande, aggiungete la cipolla tagliata a fettine sottili e facela cuocere per circa 10 minuti fino a quando inizierà ad ammorbidirsi. Aggiungete il pomodoro e cuocete a fuoco moderato finché la salsa risulterà piuttosto densa.

Preriscaldate il forno a 180°C.

Lavorate nuovamente l'impasto, dividetelo in due parti e stendete entrambi in uno stampo rotondo, facendole aderire bene ai bordi e ai lati. Distribuite la salsa in superficie, cospargete con gli spicchi d'aglio interi, le olive, le acciughe e i capperi (se piacciono, io, come ho detto, non li utilizzo). Spolverizzate con abbondante pepe.

Irrorate la pizza con olio d'oliva e cuocete per 30 minuti circa (a seconda del vostro forno), fino a quando il bordo sarà ben dorato.

Servitela tagliata a fette calda, tiepida o fredda.


Come ho detto in precedenza, con questa ricetta partecipo a:



sabato 2 aprile 2011

Crostata di limoni e lamponi...buon compleanno Blog!

EDIT: Su suggerimento di Laura, la padrona di casa di Zampette in pasta, partecipo a questo meraviglioso contest allegro e super-primaverile.

Consiglio a voi tutti di partecipare!

"Certo che quando ci sei tu in casa si sente sempre un buon odorino..."

Mi ha salutata in questo modo mio padre stamattina, poco dopo essere entrato dalla porta di ritorno dal lavoro. Essendo io una studentessa universitaria fuori sede, trascorro poco tempo in casa dei miei genitori (solitamente il sabato e la domenica), dunque quando posso cerco di cucinare almeno un piatto nuovo al week-end. Non vi dirò che cosa cuoceva nel mio forno stamattina per non rovinarvi la sorpresa di uno dei miei prossimi post, ma vi dirò che ieri, 1 aprile, era il terzo compleanno de "La cucina di Gigì".

Sembra trascorso tantissimo e pochissimo tempo da quel 1 aprile del 2008 quando, affascinata dal mondo dei blog culinari, mi venne l'idea di aprirne uno tutto mio. Non pensavo di avere la costanza necessaria per tenerlo aperto più di tanto (l'esame di Maturità si avvicinava e il tempo per cucinare scarseggiava sempre più), ma, nonostante in alcune occasioni, lo ammetto, l'ho trascurato per diverse ragioni, eccomi ancora qui con il grembiule addosso, le mani sporche di farina e la voglia di impastare, sperimentare, mescolare ed assaggiare più forte di prima.

E per festeggiare, questa bella crostata a base di ingrediente primaverili/estivi che potrete riproporre nei prossimi mesi, vi stupirà per l'equilibrio dei sapori e la fragranza degli odori...

Ingredienti (per circa 8 persone):

250 g di farina;

140 g di burro;

5 uova;

30 g di mandorle in polvere;

3 limoni non trattati;

80 g di lamponi;

160 g di zucchero semolato;

1,5 dl di panna fresca;

110 g di zucchero a velo;

1 pizzico di sale.

Su una spianatoia, fate la fontana con la farina, sale, 100 g di zucchero a velo, le mandorle in polvere, il burro freddo a dadini e un uovo. Amalgamate il tutto fino ad ottenere una palla omogenea che avvolgerete nella pellicola e fate riposare in frigo per 30 minuti circa. Stendete la pasta in una sfoglia rotonda di 2 mm di spessore e rivestite il fondo e i bordi di uno stampo. Eliminate l'eccedente, bucherellate il fondo, coprile la pasta con carta da forno bagnata, strizzata e riempita con fagioli secchi, e infornate a 200°C per 15 minuti. Eliminate carta e fagioli e cuocete per altri 5 minuti. Grattugiate la scorza di 2 limoni, tagliateli a metà, ricavatene il succo e filtratelo. Sgusciate le uova rimaste, unite lo zucchero e montate con una frusta. Aggiungete il succo e la scorza di limone, montate leggermente la panna ed amalgamatela al composto. Versatelo nello stampo, abbassate la temperatura del forno a 140°C e cuocete per 1 ora. Fate raffreddare la torta e decorate con i lamponi, il limone e lo zucchero a velo rimasto. Ricetta tratta dalla rivista Sale&Pepe.