lunedì 17 dicembre 2012

Pane di patate al lievito madre


Dopo una intensa settimana di sci, sono tornata a casa, pronta per una full immersion natalizia senza pari. Mia mamma la settimana scorsa a causa di una caduta si è dovuta far ingessare il braccio sinistro, il che vuol dire che per Natale dovrò raddoppiare gli sforzi e sarò quasi da sola a preparare non solo il pranzo del 25, ma anche i vari regalini gastronomici per amici e parenti...poco male, sarà anche stancante passare tutto il giorno in cucina, ma almeno sono sicura di divertirmi moltissimo!

Questa settimana vi propongo uno dei miei primi esperimenti con il lievito madre (o pasta madre, che dir si voglia). Inutile nascondere che ormai quasi tutte le blogger lo utilizzano, ed io, nonostante il ritardo, non potevo assolutamente essere lasciata indietro. A settembre, quindi, ho iniziato la mia avventura con Delena (si chiama in questo modo il mio lievitino...chi conosce un pochino il mondo dei telefilm -altra mia grande passione oltre alla cucina- capirà forse perché) seguendo le istruzioni trovate su questo sito.
E così due mesi dopo ho iniziato a panificare...e chi mi ferma più?
Non sono ancora del tutto soddisfatta, sia chiaro, ma sono sulla buona strada...ecco come ho preparato questo pane con i fiocchi di patate. 
La ricetta originale la potrete trovare qui


Ingredienti (per 4 persone):
500 g di semola di grano duro;
100 g di lievito madre;
350 g di acqua;*
50 g di fiocchi di patate;
1 cucchiaino di malto o zucchero;
2 cucchiaini di sale;
olio per ungere q.b;
semi di papavero (facoltativi).

*andate ad occhio, a seconda dell'assorbimento della vostra farina potrebbe volercene di più o di meno.


Sciogliete il lievito madre in acqua insieme al malto (o zucchero). Unite qualche cucchiaio di farina e successivamente i fiocchi di patate, poi amalgamate il tutto per bene.
Unite la farina restante ed il sale, impastate fino al raggiungimento di un composto liscio, poi lasciate lievitare. Io consiglio di preparare il tutto alla sera e di lasciare lievitare fino alla mattina dopo accanto ad una fonte di calore (personalmente lascio una borsa dell'acqua calda vicino alla ciotola).
A questo punto la mattina dopo riprendete l'impiego, formate delle pieghe di Adriano di tipo I, ungete l'impasto per lavorarlo più facilmente e formate i panini delle forme che più vi piacciono. Aggiungete anche semi di papavero sulla superficie se ne avete. Lasciate lievitare ancora un paio d'ore su carta da forno, accendete il forno a 250°C e lasciatelo scaldare, poi infornate a 220°C per circa mezz'ora (a seconda del vostro forno, controllate spesso).
Estraete il pane e consumatelo caldo, tiepido o freddo.

giovedì 6 dicembre 2012

Torta caprese al cioccolato


Siamo ormai arrivati a dicembre, ed il Natale si avvicina piano piano. Ora, non fraintendetemi, non che la torta caprese sia una ricetta natalizia, ma devo dire che addobbata a festa con un paio di tovagliolini a pois bianchi e rossi e con quel profumo inebriante di mandorle e cioccolato, si sente che le feste sono dietro l'angolo!
E allora cosa c'è di meglio che tuffarsi in quella crosticina croccante che nasconde un interno morbidissimo e perdersi negli aromi di questa torta originaria dell'isola di Capri ma conosciuta praticamente in tutto il mondo?
La ricetta l'ho presa qui, Giallo Zafferano aiuta sempre...io però ho leggermente diminuito le dosi in quanto avevo meno mandorle in casa.
La prossima settimana sarò in montagna a sciare, dunque non sono sicura di poter essere presente sul mio o sui vostri blog...chissà, magari riuscirò però a farvi una sorpresina!


Ingredienti (per uno stampo di 24 cm di diametro):
200 g di burro;
200 g di cioccolato fondente;
200 g di mandorle pelate;
4 uova medie;
150 g di zucchero.


Io avevo delle mandorle già pelate, ma in caso non le aveste, ecco il procedimento da seguire: scottate le mandorle in acqua bollente per 1 minuto, scolatele ed eliminate la buccia. Fatele tostare per qualche minuto a 200°C in forno caldo, quindi lasciatele raffreddare. Una volta fredde, spezzettatele non troppo finemente. 
Fate sciogliere a bagnomaria il cioccolato, poi lasciatelo raffreddare. 
Con uno sbattitore elettrico, sbattete il burro a temperatura ambiente con metà dello zucchero e i tuorli delle uova, poi aggiungete il cioccolato fondente intiepidito, amalgamatelo per bene, ed aggiungete ancora le mandorle.
Montate gli albumi a neve ferma insieme allo zucchero, poi uniteli delicatamente al composto di cioccolato e mandorle, avendo cura di mescolare con una spatola o un cucchiaio di legno dal basso verso l'alto per non smontare il composto.
Imburrate una tortiera di 22 o 24 cm di diametro e foderatela con carta da forno. Versatevi all'interno il composto e fate cuocere in forno caldo a 180°C per circa 1 ora. Lasciate raffreddare completamente, poi estraete la torta caprese dallo stampo e, se volete, spolverizzate con zucchero a velo. 

venerdì 30 novembre 2012

Moelleux au Chocolat con cuore fondente al caramello salato


Devo ammettere di non essere una grandissima fan dei dolci caldi. Si sa che una torta, un budino, un biscotto, insomma qualsiasi dessert, ha un sapore diverso se assaggiato freddo o caldo ed io preferisco senza dubbio il primo caso.
Però non appena ho visto questa ricetta pubblicata dalla bravissima Patty che partecipava allo Starbook di settembre, me ne sono subito innamorata. Sarà perchè ultimamente sono un pochino fissata con la cucina francese, sarà perchè sono parecchio fissata con il caramello, ma ho subito cercato l'occasione giusta per provarla...ed il risultato non mi ha delusa. 
Certo, io continuo a preferire i dolci freddi, ma tutti i gusti sono gusti...giusto?
Vi consiglio di provare questo moelleux (magari accompagnato con del gelato a panna o fiordilatte), farete una bellissima figura anche con gli ospiti, garantito!
Io ho dimezzato le dosi, con quelle che vi do vengono fuori 6 stampini.


Ingredienti (per 6 persone):
85 g di cioccolato fondente;
85 g di burro;
80 g di zucchero di canna BRONSugar Brasil;
42 g di farina;
3 uova sbattute.

Per gli stampini:
burro morbido q.b;
cacao zuccherato q.b.

-Per il ripieno al caramello:
75 g di zucchero;
75 g di panna fresca;
1/2 cucchiaino di fior di sale.*

*io non lo avevo, ho utilizzato del semplice sale marino.

Ungete gli stampini con il burro morbido e spolverateli con il cacao zuccherato, poi riponeteli in frigo mentre preparate l'impasto.
Sciogliete il cioccolato ed il burro a bagnomaria e mescolate di tanto in tanto. Lasciate intiepidire. 
Intanto in una ciotola mescolate la farina con lo zucchero. Unite le uova sbattute al burro e cioccolato (che devono essere tiepidi o freddi), poi aggiungete la miscela di farina e zucchero. Versate il composto negli stampini riempiendoli solo per 2/3 e ponete il tutto in frigo per circa 1 ora.
A questo punto preparate il caramello. Io ero abituata a far sciogliere sul fuoco acqua e zucchero, ma ho imparato un metodo nuovo che mi piace parecchio. Procuratevi una padella di medie dimensioni e versate un sottile strato di zucchero all'interno. Ponete su fuoco medio ed aspettate che si sciolga; una volta sciolto, aggiungete un altro pochino di zucchero e attendete di nuovo lo scioglimento. Ripetete il procedimento fino a quando avrete terminato lo zucchero.
A questo punto lo zucchero sarà diventato di color Coca Cola, aggiungete la panna e il sale e cuocete fino a quando il composto avrà raggiunto la temperatura di 108°C (o in alternativa  fino a quando velerà il dorso del cucchiaio). Fate raffreddare, poi aiutandovi con uno o due cucchiaini spingete una pallina di caramello all'interno del pirottino, in modo che si trovi proprio al centro (la ricetta originale prevedeva l'utilizzo della sac a poche, ma il mio caramello è risultato troppo "spesso", dunque ho utilizzato i cucchiaini). Cuocete in forno preriscaldato a 180°C per 15/20 minuti.
Servite con gelato o con panna fresca.

lunedì 26 novembre 2012

Tutorial: crostata con intagli arabesque


Buona settimana a tutti!
Nonostante il brutto tempo sia arrivato anche qui in Liguria, la settimana comincia bene, almeno per me. Inauguro infatti oggi una nuova rubrica, se così la possiamo chiamare, dedicata ai tutorial, e precisamente a quelle "decorative piecrust" di cui vi avevo parlato qui, che tanto mi stanno appassionando in questo periodo. 
Si, perchè la crostata, uno dei dolci più popolari al mondo, a me personalmente sta un po' stretta, la trovo un po' banaluccia, ecco. E allora perchè non reinventarla, utilizzando un po' di fantasia e un briciolo di manualità?
E' quello che sto cercando di fare io, e che vi propongo in questi semplici passaggi in questo post.
Il modello di oggi si chiama "crostata con intagli arabesque" e l'idea proviene da un vecchio Sale&Pepe del novembre 2011. 
Per le dosi e la preparazione della pasta frolla vi rimando a questa ricetta che uso sempre (presa pari pari da Giallo Zafferano) (la dose è abbondante e ve ne avanzerà un pochino per fare i biscotti).
Per gli intagli arabesque, ecco come si procede:

Stendete la pasta frolla dello spessore di circa mezzo centimetro, appoggiatevi sopra lo stampo della crostata -meglio se a cerchio apribile, ma io non lo avevo- (1) e ritagliatene il contorno. Trasferite su carta da forno. Con un tagliabiscotti quadrato di circa 2,5 cm di lato incidete la pasta all'interno, lasciando un po' di spazio per il bordo (2) e lo spazio di circa 1 cm tra un quadrato e l'altro (3 e 4). Ponete in frigo quadretti e grata per circa 30 minuti. 
Aiutandovi con il mattarello (5) prendete la pasta rimanente (sempre stesa dello spessore di circa mezzo cm) e ponetela sulla teglia imburrata e infarinata (6).


Ritagliatene i bordi (7 e 8), mettete anche questa in frigo per mezz'ora e, una volta tolta versatevi la marmellata. In questo caso ho optato per una marmellata di albicocche fatta quest'estate.


A questo punto, facendo molta attenzione poiché la pasta frolla sarà abbastanza fragile, posizionate la grata sopra il disco già ripieno di marmellata. Se doveste avere ancora problemi perché la pasta sarà troppo fragile (soprattutto in estate) posizionate la grata per una decina di minuti in freezer, dopodiché procedete con l'operazione. Spennellata grata e bordi con albume leggermente sbattuto , applicate tutt'intorno i quadratini leggermente sovrapposti (10 e 11), e spennellate anche questi. 
Rimettete in frigo per 15 minuti, poi cuocete in forno a 180°C per 35-40 minuti.
Et voilà (12, 13 e 14)!

giovedì 22 novembre 2012

Crema di castagne al cacao


Non è che io in questo periodo non faccia altro che produrre conserve (anche se mi divertirei da impazzire!), è che nei boschi si trovano tante di quelle prelibatezze durante l'autunno, che farle andare a male sarebbe un'eresia...e allora ecco che ho trasformato le castagne raccolte con tanta fatica (ma anche soddisfazione) in un boschetto nell'entroterra ligure la settimana scorsa in una deliziosa crema che sa di cacao. E poi, grazie a questi stupendi tovagliolini di carta e alle etichette di cui vi avevo parlato nello scorso post trovate nel sito Angelina in Cucina, ho creato anche delle confezioni regalo che verranno quindi donate ad amici e parenti a Natale...perchè in fondo, io adoro creare regalini homemade da aggiungere al regalo "ufficiale", mi riempie di soddisfazioni!
La ricetta originale la trovate qui, di seguito le mie piccole modifiche.


Ingredienti:
2,5 kg di castagne (polpa, quindi già sbucciate);
500 g di zucchero di canna BRONSugar Swaziland;*
50 g di cacao;
1 bicchierino di rum;**
2 cucchiaini di estratto di vaniglia;
1 pizzico di cannella.

*come al solito, vi dico che io non amo le conserve troppo dolci, dunque riduco al minimo la dose di zucchero. La dose originale prevedeva 600 g di zucchero di canna per ogni kg di castagne;
**nella ricetta originale era previsto il liquore al cioccolato, che io però non avevo.


Dopo aver sbucciato (con estrema pazienza) le castagne fatte bollire in acqua per circa 20 minuti, estraetene la polpa.
In una pentola versate 1 bicchiere d'acqua e fatevi sciogliere lo zucchero di canna lasciandolo scaldare a fuoco basso fino a quando non raggiungerà la bollitura (è importante continuare a mescolare e non alzare il fuoco per evitare che lo zucchero caramelli).
In un'altra pentola capiente inserite la polpa di castagne e lo zucchero sciolto e mescolate lentamente a fuoco basso. A parte, sciogliete il cacao in 2 bicchieri d'acqua (per evitare i grumi) e aggiungete alla crema. Aggiungete ancora il rum, l'estratto di vaniglia e la cannella. Fate cuocere per circa 10-15 minuti e spegnete. Se si saranno formati troppi grumi, utilizzate il miniprimer. 
Ponete la crema nei vasi e sterilizzateli in acqua bollente per 30 minuti. 


Con questa ricetta partecipo al contest di Lu.C.I.A "Dolci Natalizi...Home Made!"

martedì 13 novembre 2012

Marmellata di corbezzoli



Per quanto strano possa sembrare, io adoro preparare le marmellate, ma non mi piace mangiarle. Lo so, sembra un controsenso, ma preferisco mangiare la frutta così com'è, soprattutto senza aggiunta di zucchero, che spalmare una bella fetta di pane con confettura di qualsiasi genere. 
Però, come vi dicevo, non rinuncio al piacere di prepararle, perchè adoro il profumo che si spande nella cucina, ed adoro ritrovarmi la dispensa piena di vasetti tutti ordinatamente impilati ed etichettati da me. Da quando poi ho scoperto queste meravigliose etichette sul sito Angelina in Cucina, beh, il tutto è diventato più semplice!
Così, complici tre grossi alberi pieni zeppi di corbezzoli poco lontani dalla campagna dei miei zii, eccomi anche d'autunno a sbucciare, frullare, far cuocere chili di frutta....non ne potrei fare a meno, per nulla al mondo!



Ingredienti (per circa 4 vasetti):
2 kg di corbezzoli;
350 g di zucchero di canna BRONSugar Guadalupe;*
1 limone e 1/2 (succo).

*in famiglia non amiamo le confetture dolci, per cui cerco sempre di limitare l'uso dello zucchero. Aggiungete (o sottraete) a vostro piacimento.


Lavate per bene i corbezzoli e poneteli a bollire in una capiente pentola ricolma d'acqua per una decina di minuti. Scolateli e passateli al miniprimer (essendo stati cotti in precedenza saranno molto morbidi e facili da passare). Ottenuta la polpa, ponetela sul fuoco con lo zucchero di canna e il succo di limone, e fate cuocere per circa mezz'ora.
Se volete togliere i semini, passate la confettura almeno un paio di volte nel colino a maglia fine...sarà un lavorone, ma riuscirete a toglierne la maggior parte!
Mettete nei vasi, chiudete per bene, poi lasciate bollire a testa in giù per 30 minuti.

lunedì 5 novembre 2012

Stecche di Jim


Preparare il pane in casa è una delle mie attività preferite quando si parla di cucina. A parte che io, che potrei benissimo sopravvivere senza pasta per tutto il resto della mia vita, sono dipendente da pane, pizza, focaccia e lievitati di ogni genere. 
Ma poi, le mani ben infarinate, l'asse di legno tutto sporco sulla tavola, l'impasto che prende vita e lievita sotto i miei occhi, il profumo delizioso che esce dal forno...tutte cose che amo alla follia.
Ed è per questo che quando mi imbatto in uno dei vostri blog e leggo la ricetta di un lievitato, il 90% delle volte me la segno e finisce poi che, prima o poi, la provo.
E' successo con queste Stecche di Jim, ricetta che a quanto pare ha spopolato su cookaround (e io non lo sapevo...shame on me!) trovata sul blog "Storie golose": appena ho visto le foto e ho letto il procedimento, DOVEVO provarle, era più forte di me.
Eccovi la ricetta, se siete pochi in famiglia vi consiglio di utilizzare solo mezza dose...e se per puro caso vi avanzasse un filoncino, con la Nutella è fenomenale, garantisco!
Oh, e vi dico anche che finalmente quest'estate mi sono decisa e mi sono messa  a preparare la pasta madre. E' quasi pronta, quindi stay tuned per nuove ricette!



Ingredienti:
910 g di manitoba;
700 g di acqua tiepida;
10 g di sale fino;*
6 g di zucchero;
2 g di lievito di birra fresco;
olio extravergine di oliva q.b;
sale grosso q.b;
semola q.b.

*io preferisco aumentare leggermente la dose, diciamo un 15-17 g.


Sciogliete il lievito e lo zucchero nell'acqua tiepida. Setacciate la farina e il sale in una ciotola, fate la fontana e versatevi all'interno il composto liquido, mescolate fino a quando tutto l'impasto sarà ben amalgamato, poi coprite con pellicola e lasciate lievitare circa 18 ore nel forno spento.
Il giorno dopo riprendete la ciotola, spolverate il piano da lavoro con della semola e versatevi l'impasto senza strapazzarlo troppo (se necessario, ripulite i bordi con una spatola). Infarinatevi anche le mani e procedete con due pieghe del tipo I.
A questo punto riponete l'impasto su uno strofinaccio pulito, asciutto e cosparso di semola (le pieghe andranno nella parte di sotto), cospargete di olio extravergine di oliva e con poco sale grosso, poi richiudete lo strofinaccio a caramella e lasciate lievitare per ulteriori 2 ore. 
Trascorso il tempo necessario tagliate i filoncino delle dimensioni che preferite e fate cuocere in forno preriscaldato a 250°C per 5 minuti, poi abbassate la temperatura a 200°C per 15-20 minuti.  

lunedì 29 ottobre 2012

Gnocchi di zucca con salsiccia al rosmarino


Buon lunedì a tutti!
L'influenza non è ancora passata del tutto e, forse per distrarmi dai malesseri di stagione, forse semplicemente per immergermi ancora di più in quell'American Style che tanto amo, la settimana scorsa, alla veneranda età di 24 anni, mi sono messa ad intagliare la prima zucca della mia vita. 
E così, armata di coltello e cucchiaio, l'ho aperta, ho scavato quanta più polpa possibile (il tavolo della cucina era particolarmente arancione, purtroppo per me che poco amo quel colore), ho intagliato gli occhi, il naso e la bocca con un dente solo. Si, perchè notoriamente Jack O'Lantern è piuttosto spaventoso, quindi non potevo di certo intagliare un sorrisone...e dunque, una volta richiusa, ho inserito un lumino al centro della zucca, l'ho acceso e...magia! 
Era proprio uguale a quelle zucche che da anni vedo alla televisione!
Detto ciò, il problema più grande consisteva nell'utilizzare tutta quella zucca scavata a fatica con il cucchiaio, ma ecco che La Cucina di D sul sito di Repubblica mi è venuta in soccorso. Se vi piace la zucca, ecco una ricetta golosissima che, grazie all'aggiunta di salsiccia (che adoro) e al profumo del rosmarino, farà davvero al caso vostro!



Ingredienti (per 4 persone):
350 g di polpa di zucca;
350 g di patate;
300 g di farina;
1 tuorlo d'uovo;
300 g di salsiccia;
50 g di parmigiano;
rosmarino q.b;
sale e pepe q.b;
olio extravergine di oliva q.b.


Pulite la zucca privandola dei semi e della buccia, tagliatela in pezzettini, poi richiudetela all'interno di un foglio di carta stagnola e fatela cuocere in forno a 180°C per circa 30 minuti. Nel frattempo fate cuocere le patate, scolatele, sbucciatele, e passate sia patate che zucca (privata dell'acqua che rilascerà in cottura) nello schiacciapatate.
Versate il composto in una ciotola capiente insieme alla farina, al tuorlo, al parmigiano, al pizzico di sale e pepe e mescolate, fino a quando avrete raggiunto un impasto consistente. Impastatelo sul piano da lavoro, formare tante striscioline da cui ricaverete gli gnocchi. 
A questo punto mettete l'acqua a bollire con del sale grosso. In una padella fate soffriggere la salsiccia con rosmarino a piacere e poco olio. Una volta che l'acqua avrà iniziato a bollire versatevi gli gnocchi e, quando saranno saliti in superficie, scolateli e versateli direttamente nella padella con la salsiccia. Mescolate per bene e terminate il tutto con una spruzzata di pepe.


Con questa ricetta partecipo al contest di Staffetta in Cucina "Zucche alla Riscossa"

mercoledì 24 ottobre 2012

Brownies al caramello


Etciù!
Eccoli, sono arrivati i temibili primi malanni di stagione. 
Ed era abbastanza scontato che, una come me parecchio soggetta a raffreddori, tossi e mal di gola se li beccasse al primo colpo. Perchè è ovvio che siamo praticamente quasi a novembre, ma con il caldo degli ultimi giorni e il sole splendente (almeno qui in Liguria) sembrava di essere a giugno, e non esagero. Mentre l'altra mattina appena scesa dal treno a Milano, mi sono ritrovata tra la nebbia e l'aria gelida e, vestita con un vestitino, le collant venti denari e una giacchetta ottima per fare buona impressione ad un colloquio di lavoro ma poco utile a ripararsi dal freddo, ho decisamente battuto i denti.
Ma cosa c'è di meglio in queste situazioni che una tazza di tè caldo e un bel brownie al caramello??
Ammetto di non aver mai provato la ricetta prima di pochi giorni fa, ma essendo una fan sfegatata dei brownie e di tutti i dolcetti made in USA non potevo lasciarmi scappare l'occasione. La ricetta l'ho presa nel bellissimo blog Menù Turistico, per la versione originale andate qui
Un unico consiglio: provateli, si sciolgono in bocca, soprattutto se consumati dopo qualche giorno! 


Ingredienti:
120 g di cioccolato fondente;
25 g di farina;
250 g di zucchero;
125 g di burro;
4 uova medie.


Fate fondere il cioccolato a bagnomaria.
Montate le uova con metà dello zucchero fino a quando non otterrete un composto spumoso. Con l'altra metà preparate sul fuoco il caramello: aggiungete poca acqua allo zucchero e a fuoco basso continuate a cuocere per una decina di minuti, fino a quando il composto sarà scuro e le "bolle" scoppieranno lentamente. A questo punto togliete dal fornello ed aggiungete il burro tagliato a pezzetti, mescolando per bene. Lasciate raffreddare, poi aggiungete al composto di uova e zucchero, mescolando con una spatola. 
A questo punto potete unire il cioccolato fuso e la farina setacciata.
Versate in una teglia rettangolare foderata di carta da forno e cuocete in forno preriscaldato a 150°C per 40 minuti circa. 

sabato 13 ottobre 2012

Ravioli di boragine e ricotta di bufala


Questa ricetta è perfetta per il pranzo della domenica. Non so voi, ma io amo preparare piatti un po' più elaborati per la domenica, anche qualcosina che impieghi più tempo per essere pronta. In più, pur non amando molto la pasta (si, sono italiana, ma la pasta confezionata non ha alcuna attrattiva per me...sono pronta per essere ricoperta di insulti ora! :-D ) adoro quella preparata in casa. Quindi gnocchi, lasagne, ravioli, ma anche tagliolini e spaghetti...insomma, basta che sia fresco e ben condito, mangio qualsiasi primo piatto preparato in casa!
In questo caso avevo della boragine, un po' di ricotta di bufala e tanta voglia di preparare i ravioli...ed eccomi qui, con questa bella e buona ricetta super nutriente. E se poi è condita con il burro e la salvia chi riesce a dire di no?


Ingredienti (per 3 persone)
Per la pasta:
300 g di farina OO;
3 uova;
1 pizzico di sale;
Per il ripieno:
500 g di boragine;*
200 g di ricotta di bufala;**
1 pizzico di sale;
1 cucchiaio di parmigiano;
1 pizzico di pepe;
Per il condimento:
burro q.b;
salvia q.b;
parmigiano q.b.

*potete benissimo utilizzare anche gli spinaci;
*o una normale ricotta di pecora o mucca.


Preparate la pasta fatta in casa: su una spianatoia posizionate la farina, fate la fontana ed al centro versate le uova e il pizzico di sale. Impastate prima con la forchetta, poi con le mani fino a quando non avrete ottenuto un composto solido e ben amalgamato. Lasciate riposare per qualche minuto, poi stendete la pasta o con il mattarello o con l'apposita macchina per la sfoglia. 
Preparate il ripieno: sbollentate la boragine, scolatela e tagliatela eliminando i gambi. Poi tritate il tutto e mescolate con la ricotta e il parmigiano. Se l'imposto dovesse risultare troppo liquido, aggiungete i formaggi.
Ottenuto il ripieno, formate i ravioli delle dimensioni che preferite.
Fate cuocere in acqua bollente per pochi minuti, scolate e condite con burro fuso e foglie di salvia tritate.


lunedì 8 ottobre 2012

Busy-Day Chocolate Cake


Avevo appena finito di dire la settimana scorsa quanto mi piacesse Martha Stewart e quanto trovassi geniali le sue idee, che mi sono imbattuta sul web in questo post dell'Araba Felice, la quale proponeva una torta che non solo si prepara in pochissimi minuti, ma evita anche di sporcare ciotole e ciotoline durante la preparazione. Si, perchè questa Busy-Day Chocolate Cake si mescola direttamente in teglia con un cucchiaio ed una semplice frusta e, neppure a dirlo, è un'altra delle idee furbissime di Martha. E poi, è anche senza uova, latte e burro.
Che dire, non sarà una sacher torte o una red velvet, ma volete mettere la bellezza di infornare in 5 minuti??
Io l'ho accompagnata con ciuffetti di panna montata (meglio se zuccherata), ma potete utilizzare gelato, cioccolata fusa, caramello...e chi più ne ha, più ne metta!


Ingredienti (per uno stampo quadrato da 20 cm circa):
170 g di farina;
170 g di zucchero;
3 cucchiai colmi di cacao amaro;
1 cucchiaino di bicarbonato;
1/2 cucchiaino di sale;
6 cucchiai di olio di semi;
1 cucchiaino di estratto di vaniglia;
1 cucchiaio di aceto bianco;*
250 ml di acqua.

*come sottolinea anche l'Araba, l'aceto reagisce con il bicarbonato e favorisce la lievitazione, quindi non omettetelo, vedrete che il sapore non si sentirà neppure!


Ungete con poco olio la teglia antiaderente in cui realizzerete il dolce, poi versatevi farina, zucchero, cacao, bicarbonato e il sale, mescolando con un cucchiaio. fate un piccolo buco al centro e versatevi dentro gli ingredienti liquidi: olio, aceto, vaniglia e acqua. Mescolate velocemente con una frusta a mano (concentratevi soprattutto nei bordi e negli angoli se avete una teglia quadrata, in modo che non rimangano angoli in cui gli ingredienti sono poco amalgamati). 
Cuocete in forno preriscaldato a 180°C per 35-40 minuti. Cospargete di zucchero a velo e servite con gli ingredienti che più vi piacciono.
Provate a riporla in frigo, sarà ancora più buona!

lunedì 1 ottobre 2012

Crostata di pasta brisè alla Nutella


Negli ultimi tempi mi sto sempre più appassionando alla decorazione delle crostate.
E' iniziato tutto circa un anno fa quando, su un numero di Sale&Pepe (che sicuramente alcune di voi ricorderanno) venivano illustrati diversi modi per decorare le crostate, in modo da poter trasformare un dolce buonissimo ma che a volte può essere un po' banale, in qualcosa di più raffinato.
Poi, durante l'estate, mi è capitata sotto gli occhi questa pagina del sito web di Martha Steward e da allora ho aspettato pazientemente che arrivasse la stagione un po' più fredda per provare alcuni dei trucchetti da lei svelati...ed ecco che il pranzo in famiglia di domenica scorsa è stata l'occasione perfetta per una crostata alla Nutella con decorazione a treccia.
Premettendo che io amo molto di più la pasta frolla rispetto alla brisè, ahimè per le decorazioni di questo tipo la frolla non è adatta, in quanto troppo fragile. Ho dovuto quindi preparare la brisè, ma devo dire che il risultato è stato comunque ottimo.
E voi, avete mai provato a cambiare decorazioni per le vostre crostate? Avete trucchi da condividere? Fatemi sapere nei commenti!


Ingredienti (per una crostata dal diametro di circa 26 cm):
200 g di farina OO;
100 g di burro;
70 g di acqua ghiacciata;
Nutella q.b (io ho utilizzato circa 1 vasetto e 1/2).


Il segreto della pasta brisè è quello di avere gli ingredienti molto freddi e di non lavorarla eccessivamente. Per questo motivo consiglio di mettere per qualche minuto una ciotola in freezer e di estrarla poi per inserirvi dentro la farina e il burro, che lavorerete con le mani fino a quando non si formerà un composto "sbricioloso". A questo punto fate la fontana e versate al centro l'acqua molto fredda (se necessario riposta in freezer per qualche minuto) e amalgamate. Impastate fino a quando la pasta non sarà omogenea (ma non troppo, mi raccomando) e riponete in frigo coperta da pellicola alimentare per almeno 40 minuti.
Stendetela sottile e ponetela in una tortiera. Versatevi all'interno la Nutella e con la pasta avanzata decorate come più vi piacerà. Per le trecce, tagliate con un coltello tre strisce di pasta brisè sottili ed intrecciatele. Tagliate le estremità e posizionate lungo i bordi della crostata. Se la pasta fosse troppo asciutta e non si attaccasse ai bordi o alle decorazioni, vi basterà spennellare con un po' di acqua.
Fate cuocere in forno preriscaldato a 200°C per circa 35 minuti o fino a quando la pasta non si colorerà lievemente. 

mercoledì 19 settembre 2012

Crostata ricotta e lamponi


Buongiorno a tutti!
Sono tornata dalle vacanze da più di una settimana, oramai, ma devo ammettere di aver avuto poca voglia (e poco tempo) per rimettermi ai fornelli, dunque ho trascurato il mio blog per parecchi giorni.
Ma ora sono di nuovo operativa, quindi eccomi qui con questa crostata dal sapore ancora estivo preparata nel week-end. Non so se da voi si trovino ancora i lamponi, ma a Ventimiglia ha aperto da qualche mese un negozietto gestito da piemontesi, i quali tre volte a settimana portano i loro prodotti e li vendono a prezzi contenuti. In pratica la merce passa direttamente dal produttore al consumatore, dunque se da una parte abbiamo più garanzie circa la provenienza di frutta e verdura, dall'altra il prezzo è inferiore rispetto a mercato e supermercati. 
Non ho resistito ed ho acquistato due cestini di lamponi, con i quali ho preparato appunto questa crostata. La ricetta originale potete trovarla qui, io i scrivo dosi ed ingredienti con le mie piccole variazioni.


Ingredienti:
200 g di farina;
60 g di burro;
60 g di zucchero;
1 uovo;
1 limone (scorza);
1 pizzico di sale;
1 pizzico di lievito per dolci;
2 cestini di lamponi;
250 g di ricotta;
125 g di yogurt bianco;
1 cucchiaino di estratto di vaniglia;
2 cucchiai di zucchero;
1 cucchiaio di rum.


Preparate la frolla: su una spianatoia versate la farina, lo zucchero, il burro tagliato a pezzetti, il pizzico di sale, di lievito e la buccia grattugiata del limone, poi formate la fontana. Al centro versatevi l'uovo ed impastate tutti gli ingredienti fino a quando non saranno ben amalgamati. Formate una palla, avvolgetela nella pellicola e lasciate riposare in frigo per circa mezz'ora.
Imburrate ed infarinate una teglia da crostata, riprendete la pasta dal frigo, stendetela e posizionatela sulla teglia, bucherellandola con i rebbi di una forchetta. Disponetevi sopra un foglio di carta da forno con dentro dei legumi secchi (o gli appositi pesi): in questo modo la pasta non si alzerà in cottura. Fate cuocere a 180°C per circa 25 minuti (forno preriscaldato), poi lasciate raffreddare.
Preparate la farcitura, amalgamando con un cucchiaio la ricotta, lo yogurt, lo zucchero, la vaniglia e il rum. Spalmate la crema sulla crostata ormai perfettamente fredda, lisciandola con una spatola. Ricoprite la superficie con i lamponi ben lavati e mettete in frigo per qualche ora prima di consumare.


Con questa ricetta partecipo al contest di Pane e Olio "I dolci e...la ricotta"

venerdì 31 agosto 2012

Tortino alle pesche e...buone vacanze!


C'è chi le vacanze le ha finite, c'è chi proprio non le ha fatte, c'è chi parte domani...cioè, io! 
Mi aspetta una settimana di relax a Corfù prima di ricominciare le varie fatiche universitarie...per salutarvi come si vede, vi lascio la ricetta di questo tortino al cioccolato con pesche, davvero una bontà di fine estate che vi consiglio di non lasciarvi scappare. La ricetta proviene da un vecchio numero di "Il meglio di Sale&Pepe" (lo stesso numero da cui ho preso le pesche sciroppate al Moscato). Addirittura, se avete delle pesche sciroppate (meglio se homemade), potete evitare il processo di cottura delle pesche ed utilizzare direttamente quelle, anche d'inverno!
Vi saluto e vi do appuntamento a Settembre, a prestissimo!


Ingredienti (per circa 6 tortini piccoli)*:
150 g di burro;
2 uova; 
70 g di cioccolato fondente;
80 g di farina;
20 g di amaretti sbriciolati (facoltativi, io non li avevo);
30 g di cacao amaro;
1 cucchiaino di lievito in polvere;
2 cucchiai di latte;
6 pesche gialle;
1 bicchiere di vino Moscato;
1 limone;
1 cucchiaio di zucchero;
zucchero a velo q.b. 

*o per uno stampo da soufflè di 20 cm di diametro.


Fate fondere il cioccolato a bagnomaria. Lavorate a crema il burro morbido (tranne una noce) in una terrina con le fruste elettriche e lo zucchero di canna. Incorporate le uova, il cacao e la farina setacciati, gli amaretti sbriciolati, il cioccolato fuso, il latte e il lievito. 
Accendete il forno a 180°C. Imburrate e foderata con carta da forno facendola sbordare di 4-5 cm, uno stampo da soufflè di 20 cm di diametro o sei stampini da budino. Trasferitevi il composto e cuocete a bagnomaria in forno per 1 ora.
Lavate le pesche, tagliatele a metà, privatele del nocciolo e mettetele in una padella con il Moscato, lo zucchero, la scorza del limone tagliata a julienne e cuocete per 10 minuti, poi sbucciatele e tagliatele a fettine.
Sformate il tortino, lasciatelo raffreddare, spolverizzatelo di zucchero a velo e decoratelo con le fettine di pesca. Servitelo accompagnato con il sughetto delle pesche.

lunedì 27 agosto 2012

Washington D.C. - Prima parte


Lo so, lo so, ve lo avevo promesso mesi fa. Ammetto di essere una frana con queste cose: per quanto ami viaggiare (ancora oggi non riesco a capire se preferisco viaggiare o cucinare, il che la dice mooooolto lunga), non sono brava nel raccontare ciò che vedo. O ancora meglio, non è che non sono brava...è che sono pigra. 
In quattro parole: non ne ho voglia! 
Ma il viaggio negli States è stato così emozionante e pieno di mille sfumature, ed io ho atteso il momento di partire per così tanto tempo, che ora mi metto d'impegno e ve lo racconto. Ci vorranno settimane prima che finisca di mostrarvi foto e di raccontarvi le mie esperienze, ma intanto oggi inizio con i due meravigliosi giorni trascorsi a Washington D.C, la capitale degli Stati Uniti.

Ma come raggiungere Washington?
Ovviamente ci sono mezzi di tutti i tipi che a tutte le ore del giorno vi portano a Washington. Noi, però abbiamo scelto l'autobus, quello più economico. In particolar modo mi permetto di consigliarvi la compagnia Megabus: con circa 10 euro a testa, siamo andati e tornati da New York a Washington. Il bus è pulitissimo, comodo e spazioso, compreso di toilette e wifi gratuito. Il tragitto dura circa 4 ore e 1/2 (certo, ci sono mezzi più veloci e che vi farebbero risparmiare tempo), ma guardare fuori dal finestrino un paesaggio a noi poco familiare (anche se attraversando il New Jersey la differenza con l'Europa è minima), non è male. 

Cosa vedere?
La parte principale di Washington D.C (che sta per District Of Columbia) è il National Mall,
un viale monumentale lungo circa 3 km, che va dal Campidoglio al Lincoln Memorial e che racchiude al suo interno i simboli principali del potere, della scienza e della storia americana. Al suo interno vi si trovano infatti non solamente i vari Memorials, dedicati a guerre, presidenti, grandi personaggi storici, ma anche la stessa Casa Bianca (anche se si potrebbe obbiettare che non si trova effettivamente all'interno del Mall ma poco distante), oppure tutti i musei dello Smithsonian (grandissimi, interessantissimi e, soprattutto gratis!).
  

Sarà anche scontato, ma quando pensi a Washington, pensi subito alla Casa Bianca, ed è li infatti che ci siamo diretti la prima mattina. Sono rimasta subito sorpresa in quanto mi immaginavo di poterla vedere da molto più lontano, invece, soprattutto il retro (la foto qui sopra ritrae proprio la parte posteriore dell'edificio), è piuttosto vicino alla strada. E sapere che a pochi metri da te vive l'uomo più potente e famoso del mondo...beh, è una bella sensazione!


La parte frontale è quella che potete vedere qui sopra. E' abbastanza vicina alla strada anche questa, ed è circondata da prati verdi e curatissimi, fontane, giornalisti (molti) e polizia (poca...ma sicuramente sarà stata in borghese e ben nascosta!).



Tra l'altro il secondo giorno, sempre passeggiando per Pennsylvania Avenue abbiamo sentito dei rumori molto forti, avete presente come quando nei film o telefilm americani 
arrivano 200 macchine della polizia per inseguire i malviventi? Beh, li non stavano inseguendo nessuno, bensì stavano scortando qualcuno...macchinone con i vetri oscurati, sistema di sicurezza e tutto quanto...beh, il sospetto che fosse Mr President c'è stato eccome! E anche se non fosse stato lui, sicuramente era qualche alto funzionario di Stato perchè usciva proprio dalla White House ed aveva quello stuolo di polizia a scortarlo...chissà!



Dovete pensare a Washington come ad una città celebrativa. Non è una di quelle tipiche metropoli americane con grattacieli, caos e traffico. Non è sviluppata in altezza, non a caso non abbiamo visto neppure un grattacielo, ma è una di quelle città in cui, ad ogni angolo, troviamo un ricordo del passato e dei fasti (ma non solo) americani. 
L'obelisco in marmo che vedete qui sopra è il Washington Monument, eretto per commemorare George Washington, il primo presidente degli Stati Uniti. Con i suoi 169 metri di altezza, è stato l'edificio più alto del mondo fino al 1889 quando è stato superato dalla Torre Eiffel.
Purtroppo oggi non è ancora visitabile, in quanto gravemente danneggiato dal terremoto dello scorso anno (29 Agosto 2011), ed i lavori di riparazione sono ancora in corso...ma il monumento è spettacolare anche solamente alla vista, con tutte quelle bandiere americane che lo circondano e che lo rendono ancor più maestoso!



Un altro memoriale è dedicato alla Seconda Guerra Mondiale, in onore di tutti i cittadini americani che hanno servito nelle forze militari o civili durante la Guerra. 



E' formato da 56 pilastri di granito, in ognuno dei quali è riportato il nome di uno degli Stati Americani o dei territori legati agli USA. Il monumento è di forma circolare e al centro vi si trova una grande fontana.



Ovviamente anche i vari Presidenti USA vengono onorati e commemorati. Quello mostrato qui sopra è il Lincoln Memorial, monumento costruito in onore di Abraham Lincoln, sedicesimo Presidente degli Stati Uniti, a forma di tempio dorico.



All'interno dell'edificio è riprodotta una grande statua di Lincoln, oltre alle parole di due sue memorabili discorsi. Il tutto è molto solenne, nonostante la folla di gente (tantissime scolaresche, tra l'altro) che ogni giorno visita il Memorial.



La vista all'uscita del Memorial è bellissima: sullo sfondo potete ammirare il Washington Monument, con davanti la Reflecting Pool, purtroppo in restauro. 
Il sole andava e veniva, ma il vento fortissimo faceva si che fossero necessarie anche il 10 Maggio, giacca e sciarpa...e non vi dico il raffreddore, la tosse e il mal di gola di quei giorni!



Proseguendo la nostra visita, ecco l'ennesimo Memorial (Korean War Veterans Memorial), quello costruito per celebrare i militari caduti durante la Guerra di Corea (1950-53), nella quale morirono più di 50.000 soldati americani.



Non solo i Presidenti hanno diritto ad avere un Memoriale tutto per loro a Washington! Ne è la prova il Martin Luther King, JR Memorial, dedicato al pastore protestante che pronunciò il famoso discorso "I have a dream". King è stato il primo afro-americano ad ottenere un Memorial al Mall, proprio sulle rive del Tidal Basin.



Altro memoriale dedicato ad un presidente, esattamente al 32esimo Presidente degli Stati Uniti d'America, è il Franklin Delano Roosevelt Memorial, che potete vedere qui sopra. Sinceramente è forse quello che mi è piaciuto di più, in quanto rappresenta il Presidente in varie fasi della sua vita, non solo sono attraverso la presenza di statue che rappresentano lui, la moglie Eleanor (è infatti l'unico memorial che include anche una First Lady) e addirittura il cagnolino Fala, ma anche attraverso l'iscrizione di numerosi frasi del Presidente Roosevelt. 



Sinceramente è forse quello che mi è piaciuto di più, in quanto rappresenta il Presidente in varie fasi della sua vita, non solo sono attraverso la presenza di statue che rappresentano lui, la moglie Eleanor (è infatti l'unico memorial che include anche una First Lady) e addirittura il cagnolino Fala, ma anche attraverso l'iscrizione di numerosi frasi del Presidente Roosevelt.  



Frasi come "I hate war", "Freedom of speech, freedom of worship, freedom from want, freedom from fear" e molte altre sono infatti incise sulla pietra lungo tutto il memoriale.



L'ultimo Memorial visitato è stato quello dedicato al terzo Presidente USA, ovvero Thomas Jefferson. L'edificio è in stile neoclassico, ed è ispirato al Pantheon di Roma.



Ovviamente all'interno dell'edificio troviamo una statua di Thomas Jefferson alta 5,8 metri e pesante ben 5 tonnellate!



Come vi dicevo prima, Washington non è composta solo di Memorials, ma anche di bellissimi musei. Essi sono gestiti dallo Smithsonian Institution, ovvero un istituto di istruzione e ricerca con annessi importanti musei non solo nella capitale, ma anche negli stati di New York, Virginia e Panama. Tutto ciò fa dello Smithsonian il più grande complesso di musei al mondo, finanziati dagli Stati Uniti. Tutti i musei sono ad entrata gratuita e fotografabili: insomma, un paradiso!
Per cominciare il primo giorno abbiamo visitato il National Air And Space Museum, ovvero il museo in cui vengono conservati moltissimi pezzi legati al volo aereo ed aerospaziale.


Al suo interno vi sono oggetti preziosissimi, la maggior parte dei quali ha davvero fatto la storia. Per esempio, la tuta spaziale con cui Yurij Gagarin è volato nello spazio il 12 Aprile 1961 (e non chiedetemi perchè ce l'hanno gli americani e non i russi...) 


O ancora la tuta spaziale con cui l'astronauta David Scott è volato sulla luna nella missione Apollo 15 (tra l'altro, se fate ben attenzione, sulla parte inferiore della tuta è ancora presente della polvere di luna!)


O ancora, sempre parlando di oggetti aerospaziali, il famoso LEM, ovvero il modulo di escursione lunare con cui gli astronauti delle missioni Apollo scendevano sul suolo lunare.


Uno degli oggetti che mi hanno colpito di più, è stato senza dubbio l'ereo che vedete qui sopra, il Lockheed Vega 5B appartenuto all'aviatrice statunitense Amelia Earhart, e con il quale la stessa stabilì ben due primati mondiali, tra i quali l'essere stata la prima donna (e il secondo essere umano dopo Lindberg) a sorvolare in solitaria l'Oceano Atlantico. 


Avete presente il film del 1995 Apollo 13, con Tom Hanks, che narra proprio le disavventure della missione spaziale Apollo 13? Quello della famosa frase "Houston, abbiamo un problema", per intenderci. 
Beh, se ricordate, all'interno del film è presente il personaggio di Eugene Kranz (interpretato da Ed Harris), direttore di volo del programma Apollo, il quale ha avuto un ruolo importantissimo nel riportare a casa sani e salvi i tre astronauti dell'Apollo 13. 
Forse vi sarà rimasto impresso il personaggio in quanto per tutto il film indossa un gilet bianco. Beh, quel gilet bianco è proprio quello che vedete qui sopra, venne confezionato dalla moglie di Kranz, la quale gliene cuciva uno per ogni missione. 


E per finire la (faticosa) giornata, usciti dal museo ci siamo diretti verso un'altro dei grandi simboli americani: l'US Capitol, ovvero il Campidoglio, sede ufficiale dei due rami del Congresso degli Stati Uniti.
L'edificio è molto bello, in stile neoclassico e sormontato da una "piccola" Statua della Libertà in bronzo. 


Ed è proprio al Campidoglio che si è concluso il primo giorno di visita a Washington D.C...e che si conclude il mio primo post dedicato alla città. Capite perchè ci ho messo così tanto a scriverlo?? E' lunghissimo, ho dovuto scegliere le foto, controllare le info, scrivere i commenti...un incubo! :-D
Prometto che (prima o poi) arriverà anche la seconda parte, eh, mica faccio le cose a metà! Nel frattempo, ditemi cosa ne pensate: ci siete stati? Vi è piaciuta? Ci vorreste andare? E se volete chiedere qualcosa...non esitate!
A prestissimo!